Mi sono trovata di fronte ad un problema... che non vedevo.. ma vivevo MALE da tutta la vita ...ed ora ho trovato la soluzione LA FILOSOFIA ALIMENTARE del Dr Alberico Lemme
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martedì 24 gennaio 2012
giovedì 5 gennaio 2012
NON SONO A DIETA MI CURO CON IL CIBO
Testimonianze :
questa testimonianza arriva dal sito del Dr Lemme : www.filosofialimentare.it
ho sentito questo messaggio molto vicino a me , come se fossi stata io a scriverlo , e' di una persona che ha intrapreso questo percorso 3 anni fa' , proprio come me , lo posto per far capire che IL SENTIRE quando c'e' il benessere diventa democraticamente uguale per tutti , anche se l'origine dei problemi puo' essere diversa per tutti , la soluzione diventa invece unica cioe' FILOSOFIA ALIMENTARE DEL DR ALBERICO LEMME
n° 3907 -
E’ appena finito il vecchio e appena iniziato il nuovo anno: il momento giusto per tirare due somme.
Sono una Cadetta dell’Accademia di Filosofia Alimentare e, quello appena trascorso, è stato il mio terzo Natale in Filosofia Alimentare.
Ho appena trascorso indenne (intendo dire senza aumenti di peso) Natale e Capodanno mentre questa mattina, al mio rientro in ufficio, non c’era collega, uomo o donna indifferentemente, che non lamentasse qualche malanno, costipazione, spossatezza, dovuti ai bagordi dei pranzi festivi.
Visti questi due miei piccoli primati, penso di poter dire qualcosina, senza superbia e senza pretese da maestrina, ci mancherebbe.
Quando quasi tre anni fa sono entrata in Accademia l’ho fatto solo per dimagrire: mai e poi mai avrei pensato che, in seguito a questo “ingresso” la mia vita avrebbe subito tanti e tali sconvolgimenti.
Non mi adddentro in faccende personali: rischierei di annoiare chi legge.
Quello che mi preme dire è questo: affermare che chi entra in Filosofia Alimentare dimagrisce senza più acquisire i kg perduti poichè non segue una dieta, ma impara uno stile alimentare e di vita, è vero ma riduttivo.
Dire che chi entra in Filosofia Alimentare acquisisce consapevolezza, sicurezza in se stesso, autonomia ed indipendenza di pensiero, è vero ma riduttivo.
Affermare che si acquisice la capacità di ragionare in maniera complessa, perdendo di vista lo storico e datato concetto di caloria per far proprio il concetto di utilizzo dell’energia biochimica del cibo, inteso dunque come farmaco, è vero ma riduttivo.
Avete letto bene cosa ho appena scritto?
Qualunque dietologo, dietista, nutrizionista, consulente alimentare, non ha la minima capacità di far conseguire ai propri pazienti i risultati appena descritti; si tratta di traguardi eccezionali, che in Filosofia Alimentare si conseguono ma che sono solo dei concetti minimi e che non rendono l’idea della grandezza di questo percorso, anche se per qualcuno bastano ed avanzano.
A questo punto mi sento di affermarlo senza alcuna riserva: chi critica Filosofia Alimentare è un coglione.
Non è un’affermazione perentoria e discriminatrice: al contrario, è altamente liberale.
Perchè tale è Filosofia Alimentare.
Filosofia Alimentare è davvero per tutti.
Per chi vuole solo dimagrire, per chi non vuole dimagrire, ma imparare un modo diverso di rapportarsi al cibo, per sportivi e per sedentari, per chi non mangia la carne ma solo il pesce, per chi è incinta o per chi ha appena partorito, per vegetariani e per vegani, per anoressici, bulimici, colesterolici, ipertesi, diabetici, per simpatici, per belli e per brutti.
L’Accademia di Filosofia Alimentare insegna ad alimentarsi, ma quello che insegna davvero e di più, è un percorso di consapevolezza che si può identificare in una data per ricordare quando comincia, ma non si può davvero sapere dove, come, quando, se finirà.
I risultati mentali che si acquisiscono sono autoamplificanti ed esponenziali.
Se ripenso a questi tre anni e a tutte le musate che ho sbattuto, perchè pensavo di aver capito tutto e invece non avevo capito niente, se ripenso a come ero forsennata i primi tempi, angosciata quando qualcosa andava storto, incredula di fronte a certi imprevisti, non posso che sorridere: un percorso sofferto ma necessario, per sbrogliare una matassa cosi’ intricata da non sospettarne neppure l’esistenza.
Quando ho capito che invece di affronatre la faccenda a muso duro dovevo semplicemente farmi da parte e fare solo il testimone silenzioso, gli eventi hanno cominciato a fluire, ad accadere, con una logica, una consequenzialità, un ritmo che tutt’oggi mi lascia stupita.
Filosofia Alimentare insegna un metodo e mette nelle nostre mani uno strumento potente, ognuno ne può fare quello che vuole secondo il proprio livello evolutivo e di consapevolezza.
E’ il massimo della democrazia perchè non scontenta nessuno: applica la logica del vince-vince; ognuno consegue un risultato positivo e di proprio gradimento e, se vuole ancora migliorare, può farlo.
Che altro dire? Niente. Solo che chi critica Filosofia alimentare è un coglione.
Sono una Cadetta dell’Accademia di Filosofia Alimentare e, quello appena trascorso, è stato il mio terzo Natale in Filosofia Alimentare.
Ho appena trascorso indenne (intendo dire senza aumenti di peso) Natale e Capodanno mentre questa mattina, al mio rientro in ufficio, non c’era collega, uomo o donna indifferentemente, che non lamentasse qualche malanno, costipazione, spossatezza, dovuti ai bagordi dei pranzi festivi.
Visti questi due miei piccoli primati, penso di poter dire qualcosina, senza superbia e senza pretese da maestrina, ci mancherebbe.
Quando quasi tre anni fa sono entrata in Accademia l’ho fatto solo per dimagrire: mai e poi mai avrei pensato che, in seguito a questo “ingresso” la mia vita avrebbe subito tanti e tali sconvolgimenti.
Non mi adddentro in faccende personali: rischierei di annoiare chi legge.
Quello che mi preme dire è questo: affermare che chi entra in Filosofia Alimentare dimagrisce senza più acquisire i kg perduti poichè non segue una dieta, ma impara uno stile alimentare e di vita, è vero ma riduttivo.
Dire che chi entra in Filosofia Alimentare acquisisce consapevolezza, sicurezza in se stesso, autonomia ed indipendenza di pensiero, è vero ma riduttivo.
Affermare che si acquisice la capacità di ragionare in maniera complessa, perdendo di vista lo storico e datato concetto di caloria per far proprio il concetto di utilizzo dell’energia biochimica del cibo, inteso dunque come farmaco, è vero ma riduttivo.
Avete letto bene cosa ho appena scritto?
Qualunque dietologo, dietista, nutrizionista, consulente alimentare, non ha la minima capacità di far conseguire ai propri pazienti i risultati appena descritti; si tratta di traguardi eccezionali, che in Filosofia Alimentare si conseguono ma che sono solo dei concetti minimi e che non rendono l’idea della grandezza di questo percorso, anche se per qualcuno bastano ed avanzano.
A questo punto mi sento di affermarlo senza alcuna riserva: chi critica Filosofia Alimentare è un coglione.
Non è un’affermazione perentoria e discriminatrice: al contrario, è altamente liberale.
Perchè tale è Filosofia Alimentare.
Filosofia Alimentare è davvero per tutti.
Per chi vuole solo dimagrire, per chi non vuole dimagrire, ma imparare un modo diverso di rapportarsi al cibo, per sportivi e per sedentari, per chi non mangia la carne ma solo il pesce, per chi è incinta o per chi ha appena partorito, per vegetariani e per vegani, per anoressici, bulimici, colesterolici, ipertesi, diabetici, per simpatici, per belli e per brutti.
L’Accademia di Filosofia Alimentare insegna ad alimentarsi, ma quello che insegna davvero e di più, è un percorso di consapevolezza che si può identificare in una data per ricordare quando comincia, ma non si può davvero sapere dove, come, quando, se finirà.
I risultati mentali che si acquisiscono sono autoamplificanti ed esponenziali.
Se ripenso a questi tre anni e a tutte le musate che ho sbattuto, perchè pensavo di aver capito tutto e invece non avevo capito niente, se ripenso a come ero forsennata i primi tempi, angosciata quando qualcosa andava storto, incredula di fronte a certi imprevisti, non posso che sorridere: un percorso sofferto ma necessario, per sbrogliare una matassa cosi’ intricata da non sospettarne neppure l’esistenza.
Quando ho capito che invece di affronatre la faccenda a muso duro dovevo semplicemente farmi da parte e fare solo il testimone silenzioso, gli eventi hanno cominciato a fluire, ad accadere, con una logica, una consequenzialità, un ritmo che tutt’oggi mi lascia stupita.
Filosofia Alimentare insegna un metodo e mette nelle nostre mani uno strumento potente, ognuno ne può fare quello che vuole secondo il proprio livello evolutivo e di consapevolezza.
E’ il massimo della democrazia perchè non scontenta nessuno: applica la logica del vince-vince; ognuno consegue un risultato positivo e di proprio gradimento e, se vuole ancora migliorare, può farlo.
Che altro dire? Niente. Solo che chi critica Filosofia alimentare è un coglione.
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da: Madreperla